Ricordo bene l’ultima volta che ho passeggiato per le strade di New York, guardando casualmente le vetrine dei negozi che tentavano i miei sensi. Una giacca ben tagliata mi ha catturato gli occhi e mi ha lasciato il sapore del desiderio. L’ho esaminato attentamente con il mio sguardo professionale.  Mi sarebbe calzato a pennello, ne ero sicura, e mi avrebbe dato un’aria di fiducia e di calma distinzione – proprio ciò che volevo per la presentazione aziendale che avrei dovuto dare il mese successivo.

E ora, una settimana dopo, rinchiusa nella mia casa in Italia, quel piccolo episodio sembra avvenuto secoli fa. Un’eternità è trascorsa da quando ho guardato dentro quella vetrina immaginandomi nel mio nuovo tailleur di fronte a una folla di uomini d’affari. Non ci sarà alcuna presentazione aziendale per molto tempo, non con il nuovo virus in circolazione.  Il mondo degli affari con i suoi incontri ed eventi di marketing resta ora a malincuore in attesa.

Il flusso del tempo ha cambiato direzione, e ora mi sta portando su una strada sconosciuta verso un futuro sconosciuto.

Quanto mi è alieno questo presente. Come posso riempirlo di significato? Seduta vicino alla mia finestra, guardo fuori con un senso di nostalgia mentre ascolto il canto di uno stormo di uccelli su un albero. Non hanno paura di incontrarsi. Mi parlano di qualcosa che non c’è più, della libertà di ieri che ora non c’è più. Le gioiose promesse di quella nuova e bella giacca, che allora sembravano così importanti sono diventate insignificanti ora, relegate sullo sfondo.

Sono colpita all’improvviso e con forza dall’idea dell’inesorabile trascorrere del tempo. Le parole dell’imperatore-filosofo Marco Aurelio riecheggiano nella mia mente: “Pensa spesso alla velocità con cui le cose passano e scompaiono … il mondo è come un fiume in un flusso infinito…”

Tutto è così transitorio, un istante qui e poi nulla. Quei momenti così pieni di vita del passato sono stati sostituiti dall’angoscia del presente.

Sento la voglia di sfidare questa legge cosmica del cambiamento, ma so di essere impotente contro di essa. Dovrò fare i conti con i nuovi momenti che ora riempiono le mie giornate, e chissà che tipo di nuova bellezza potrei trovare in loro…

Quasi in sogno ricordo i miei progetti di vita che una volta sembravano così promettenti, vecchie potenzialità cancellate dal tempo, opportunità che non hanno mai avuto la possibilità di concretizzarsi. Attraverso la perdita di queste possibilità ora riesco ad apprezzare ciò che ho, ciò che fa già parte di me.

Il ricordo della bellissima giacca che ho visto in quel negozio alla moda di Soho scivola lentamente nell’oscurità del mondo di ieri.

E anche ora, mentre sono seduta vicino alla mia finestra e ricordo quei momenti, il tempo continua ad andare avanti, ignaro delle mie ansie. Soffrendo oggi e ridendo domani, sto cavalcando la cresta del flusso del tempo, che non sono in grado di influenzare.

 

Marco Aurelio (121-180 d.C.): filosofo  stoico e imperatore romano.

Dalle MEDITAZIONI, Libro V, sezione 23:

Pensa spesso alla velocità con cui le cose passano e scompaiono, sia le cose naturali che quelle artificiali. Perché il mondo materiale è come un fiume in un flusso infinito, e le attività delle cose sono in costante cambiamento, e le loro cause funzionano in infinite modi e non c’è quasi nulla che si fermi. E considera questo, che è così vicino a te: questo vuoto infinito del passato e del futuro, in cui tutte le cose scompaiono. Non è sciocco, quindi, essere orgogliosi di questo tipo di cose o  esserne sopraffatti  e così rendersi infelice? Perché ti disturbano solo per un po’, e per un breve periodo.

[Traduzione dall’inglese di Linda La Penna]