Le radici storiche di Deep Philosophy

Il Gruppo di Deep Philosophy è stato fondato nel 2017 ma le sue radici storiche sono molto più antiche. Facciamo parte del lungo percorso storico della filosofia occidentale e siamo stati ispirati da molti pensatori di rilievo:

Platone (427-347 a.C.): il grande filosofo greco sosteneva che la filosofia è mossa dall’ “Eros”, amore o desiderio. In Deep Philosophy ci ispiriamo alla sua intuizione: come esseri umani siamo normalmente imprigionati nella nostra angusta “caverna” e la filosofia può aiutarci ad uscire da essa e connetterci con le dimensioni più elevate della comprensione e della realtà. La filosofia, quindi, è un percorso di elevazione della nostra vita.

Marco Aurelio (121-180 d.C.): il filosofo stoico scrisse le sue profonde Meditazioni come un quaderno personale di esercizi filosofico-spirituali. Da lui prendiamo in prestito la comprensione della filosofia come stile di vita che implica una continua contemplazione sul fondamento della vita e del mondo. Il compito della filosofia è quello di liberarci dalle nostre forze psicologiche automatiche e di aiutare a risvegliare il nostro io più profondo, o quello che lui chiama “il principio guida” (il “demone”) dentro di noi. In questo modo la filosofia aiuta a creare un cambiamento interiore e una trasformazione di sé verso l’armonia con la realtà (il “cosmo”).

Plotino (204-270 d.C.): secondo il grande filosofo neoplatonico, il pensiero meditativo e la comprensione intuitiva possono aiutarci a trascendere il nostro sé ordinario e a partecipare a livelli superiori della realtà, verso la quale aneliamo. In Deep Philosophy condividiamo con lui la visione della filosofia meditativa (o contemplativa): essa può aiutarci ad elevare o approfondire noi stessi e ad entrare in contatto con la pienezza della realtà.

Pico della Mirandola (1463-1494): per il filosofo rinascimentale italiano, la filosofia è un modo per trasformarsi ed elevarsi verso le dimensioni superiori della vita. Condividiamo con lui l’idea che le diverse filosofie non sono necessariamente contraddittorie ma sono aspetti diversi di una saggezza comune. Per questo possiamo contemplare su testi filosofici diversi e trattarli come voci diverse della ricca sinfonia dell’umanità.

Michel de Montaigne (1533-1592): il filosofo rinascimentale francese scrisse i suoi “Saggi” intrecciando aneddoti e storie personali, citazioni di pensatori antichi e le proprie intuizioni e idee filosofiche. Condividiamo con lui la concezione delle idee filosofiche: esse non devono essere separate dalla vita quotidiana. La vita e la filosofia possono intrecciarsi in modo più intimo.

Benedict de Spinoza (1632-1677): secondo il filosofo ebreo olandese, lo studio della filosofia permette di coltivare uno stato d’animo e una saggezza superiore (“il terzo tipo di conoscenza”) che implica gioia, virtù e amore per il mondo. Condividiamo con Spinoza l’idea che il più alto livello di comprensione filosofica non è solo una questione di possesso di idee astratte ma è anche l’espansione della nostra mente, al fine di connetterci con la realtà nella sua interezza.

Jean-Jacques Rousseau (1712-1778): il filosofo franco-svizzero distingue tra il vero sé (o “sé naturale”) e la maschera superficiale che normalmente indossiamo senza esserne consapevoli e che è il prodotto di forze psicologiche e sociologiche. In Deep Philosophy prendiamo da Rousseau il compito di andare oltre i nostri schemi psicologici, per riconnetterci con la dimensione originale e più profonda di noi stessi.

Novalis (1772-1801): da questo filosofo e poeta tedesco del Romanticismo deriviamo l’idea che la filosofia può essere praticata insieme, in gruppo. Quando ogni partecipante apporta il proprio pensiero parziale, il discorso diventa una ricca polifonia di idee che è più grande delle sue singole parti. Novalis e i suoi colleghi chiamano questa filosofia di gruppo “Sinfilosofia”. Prendono origine dal suo pensiero altri due concetti, importanti per noi: l’esistenza di una fonte interiore di saggezza superiore in noi e la profonda connessione tra pensiero il filosofico e quello poetico.

Ralph Waldo Emerson (1803-1882): Emerson, leader della filosofia trascendentalista americana, ci insegna l’ “over-soul” – una fonte di intuizioni creative e di ispirazione che va oltre il nostro normale sé e la nostra normale comprensione. In Deep Philosophy prendiamo in prestito  da Emerson la chiamata ad aprirci interiormente a questa fonte di ispirazione e saggezza, in modo da poter ricevere da essa nuove idee e intuizioni inaspettate.

Søren Kierkegaard (1813-1855): per Kierkegaard, filosofo danese e padre dell’Esistenzialismo, la lotta dell’individuo con le questioni fondamentali della vita non può essere separata dalla vita concreta. Le teorie oggettive non sono sufficienti, perché la verità è una questione di atteggiamento personale, di impegno e di scelta e richiede consapevolezza di sé, autenticità e serietà. In Deep Philosophy condividiamo con lui l’idea del pensiero filosofico intimamente connesso al rapporto personale con la vita.

Henri Bergson (1859-1941): il filosofo francese Bergson ci chiede di esaminare le nostre profonde esperienze interiori e di renderci conto che esse non possono essere analizzate e neppure descritte con precisione. In Deep Philosophy condividiamo con lui l’idea che la nostra vita interiore non può essere catturata con il pensiero teorico. Per apprezzare la nostra profondità interiore abbiamo bisogno di un’altra forma di comprensione, che sia olistica, attenta, pre-linguistica, quella che lui chiama “intuizione”.

Martin Buber (1878-1965): secondo il filosofo ebreo austriaco-israeliano, il fondamento della realtà umana è costituito dalle relazioni con gli altri, non dai singoli sé. L’unione con gli altri, con la natura e persino con le voci dei pensatori già morti è necessaria per connettersi alla profondità della realtà umana. In Deep Philosophy prendiamo in prestito da Buber la forza del pensare insieme e la possibilità di risuonare insieme ai nostri compagni e ai pensatori del passato.

Karl Jaspers (1883-1969): il filosofo (e psichiatra) esistenzialista tedesco ci ricorda che il nostro pensiero tende a oggettivare il mondo ed è quindi cieco alla realtà primordiale che è più basilare degli oggetti e dell’oggettivazione. Tuttavia, i testi filosofici (così come la poesia, la natura, il mito) possono fungere da “cifrari” che ci indicano questa realtà primordiale pre-oggettiva. In Deep Philosophy prendiamo in prestito da Jaspers la sua concezione delle idee filosofiche considerate, non solo come teorie sul mondo degli oggetti, ma come cifrari che ci portano oltre i limiti del pensiero oggettivo. Prendiamo da Jaspers anche la sua visione della vita filosofica: essa ci permette di ricordare di esserci persi nelle nostre attività quotidiane.

Paul Tillich (1886-1965): secondo il pensatore tedesco-americano, i testi e le idee possono funzionare come “simboli” che ci portano oltre se stessi e oltre la descrizione dei fatti. Ci ispiriamo a Tillich nel considerare che i testi e le idee filosofiche possano funzionare come simboli, se ci apriamo ad essi. Possono aprirci livelli nascosti di realtà, che non possono essere raggiunti in nessun altro modo, e anche guidarci verso quelle realtà.

Gabriel Marcel (1889-1963): per il filosofo esistenzialista francese, una dimensione centrale della vita umana è il “mistero”, una realtà personale che non può essere catturata dalla prospettiva di un osservatore oggettivo. Possiamo apprezzare l’elemento “mistero” della nostra vita sperimentandolo personalmente e vivendolo in modo autentico ma non teorizzandolo intellettualmente. In Deep Philosophy prendiamo da Marcel la considerazione sulla dimensione personale profonda del nostro essere, essa non è accessibile solo attraverso il pensiero intellettuale. Richiede tutto il nostro essere e la nostra autentica auto-riflessione.

Maria Zambrano (1904-1991): la filosofa spagnola ha sviluppato un particolare linguaggio poetico per esplorare gli aspetti dell’esperienza che vanno oltre il pensiero teorico. Ci ispiriamo a lei nel comprendere che abbiamo bisogno di aprire dentro di noi uno spazio interiore speciale, o una “radura nella foresta”, per ricevere intuizioni trasformative dai livelli di vita e di realtà profondamente nascosti. Per Deep Philosophy questo concetto si collega all’importanza del pensiero poetico, della contemplazione silenziosa e dell’ascolto interiore.